Sedi

La palazzina, edificata nel dicembre 1932, ossia nella primissima fase di fondazione di Latina contemporaneamente al Palazzo Comunale, è stata progettata dall’Arch. Oriolo Frezzotti, per ospitare l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, un’istituzione nata per l’assistenza alle partorienti ed ai primi nati dell’agro pontino bonificato. L’edificio rientra nel programma edilizio dell’allora ​direttore ONMI Sileno Fabbri che diede avvio alla costruzione di Case della Madre e del Bambino, strutture dedicate a interventi terapeutici e sanitari in favore della maternità e dell’infanzia.

L’edificio si sviluppa su due piani fuori terra, secondo un disegno razionalista con evidenti richiami al movimento costruttivista, e si caratterizza per l’articolata planimetria, per la compenetrazione dei volumi diversi (ricezione, uffici, sala ambulatorio e vano scala) e per le ampie aperture. Intorno ad un nucleo centrale a pianta circolare, ruotano due corpi parallelepipedi raccordati nel mezzo dal vano scala semicircolare. La forma così articolata genera spazi complessi ad alta definizione funzionale. In particolare, la sala circolare del piano terra consente la vista di una soluzione strutturale decisamente originale ed inconsueta, di grande suggestione estetica. Il portale in tufo, sporgente sulla facciata, inquadra l’ingresso e il terrazzo praticabile al primo piano. Simmetricamente disposti rispetto alla scritta O.N.M.I. due tondi scolpiti sul tema della maternità sottolineano la originaria destinazione dell’edificio, ribadita anche dalla decorazione plastica sul retro rappresentante cinque putti disposti sopra le ampie vetrate dell’ambiente retrostante, purtroppo andati perduti durante l’ultimo conflitto insieme al recinto panchina che delimitava il giardino di pertinenza dell’istituzione. 

Per anni, dopo essere stato sede del medico Provinciale e del centro Antitubercolare, è stato abbandonato. Dopo un restauro conservativo e di riorganizzazione distributiva, ha ospitato una delle sedi operative della Soprintendenza. Dal 2021 è ufficialmente passata ad essere la sede legale dell’Istituzione.

La Soprintendenza ha sede nel quartiere Prati, in una palazzina di fine ‘800 prospiciente il Tevere. La denominazione completa del quartiere è Prati di Castello, con la quale si indicava, prima dell’Unità d’Italia, la zona inurbanizzata che circondava il monumentale Castel Sant’Angelo, occupata da campi e vigne. Nel 1872 i proprietari dei terreni proposero, in deroga al primo schema di piano regolatore di Roma del 1871, che prevedeva un’espansione unidirezionale verso Est, di realizzare un quartiere residenziale ed allo scopo fu dato incarico all’architetto Antonio Cipolla di redigere un apposito progetto. I piani regolatori del 1873 e del 1883 sancirono l’urbanizzazione di questa zona della città. Successivamente la realizzazione del Palazzo di Giustizia in piazza Cavour e delle caserme tra viale delle Milizie e viale Giulio Cesare diede l’impronta definitiva all’impianto del quartiere. In questo contesto sorsero molti edifici aventi le caratteristiche tipologiche del villino, con riferimento all’eclettismo storicistico; si riproponeva lo stile neogotico o neoromanico e tra questi il cosiddetto Liberty. La palazzina ove ha sede la Soprintendenza mostra invece un’impronta neoclassica e si caratterizza per i corpi slanciati delle ali estreme e per un loggiato verso il lato interno, sorretto da colonne su plinto di stile dorico-ionico. Al piano terra dell’edificio sono tre ampi saloni comunicanti, i cui soffitti sono stati riccamente affrescati dal maestro Pietro Ridolfi.