Complesso dell’Acropoli di Alatri

Comune
Alatri (FR)

Località
Via del Duomo, 31

L’Acropoli di Alatri è da sempre circondata da un’aura di fascino e mistero che nei secoli ha stimolato fantasiose ricostruzioni storiche che però non rendono giustizia alla sua pregevole fattura.

Il recinto dell’Acropoli, databile nella sua forma attuale alla media-tarda età repubblicana (III-II sec. a.C.), occupa l’altura maggiore dell’antica Aletrium. È caratterizzato da un’estesa e continua muratura in opera poligonale con blocchi, in parte cavati sul posto, posizionati talvolta con precisione davvero notevole. Alla struttura si aggiunsero nel tardo II secolo a.C. gli interventi voluti dal censore Lucio Betilieno Varo, tra cui il grande portico che immetteva all’Acropoli da nord. Il recinto aveva due entrate monumentali. Di queste, la Porta Maggiore (a sud) ha ancora le tracce di un primo intervento monumentale ricollegabile a una fase storica precedente il III secolo a.C. 

Nella porzione centrale dell’Acropoli si trovava un’imponente struttura templare, realizzata anch’essa da una muratura in grandi blocchi di calcare in opera poligonale. Non è ancora certo a chi fosse dedicata, forse a una divinità che sovrintendeva ai culti salutari. A questa si ricollegavano anche le tre nicchie monumentali poste lungo il recinto esterno presso la Porta Maggiore, probabilmente votate alle tre ninfe delle acque. 

Sulle rovine del tempio sorse la cattedrale ora dedicata a San Paolo e di cui si hanno notizie già nell’alto medioevo. L’edificio è il frutto di diversi interventi costruttivi che si sono susseguiti ancora nel corso dell’età moderna fino al XIX secolo. Tra i più importanti quello della metà del XII quando vi furono traslate le reliquie di San Sisto.

La spianata dell’acropoli in epoca medievale divenne un quartiere abitativo occupato da residenze aristocratiche di cui si possono apprezzare i resti presso la Porta Maggiore.