Lavori di verifica del rischio sismico, riduzione della vulnerabilità e restauro architettonico presso l’ex Monastero di San Domenico a Collepardo (FR)

Comune
Collepardo (FR)

Importo
€ 900.000

L’intervento è mirato ai lavori per il miglioramento sismico e il restauro – riuso e sistemazione paesaggistica dell’ex Monastero di San Domenico, che dista poche centinaia di metri dalla più conosciuta e visitata Certosa di Trisulti.

Il recupero degli edifici sarà volto a realizzare la dotazione impiantistica necessaria all’uso dei locali e al progetto dell’accessibilità dell’utenza mentre, in termini architettonico-spaziali, si è redatto un progetto orientato al minimo intervento sui manufatti, andando a realizzare dei dispositivi in grado di inserirsi negli spazi esistenti con un’adeguata misura, al fine di renderli utilizzabili.

Il fine di tali interventi è soprattutto quello di restituire i manufatti, da lungo tempo abbandonati, all’uso della collettività con attività scelte per essere continue nel tempo, scongiurando così interventi di solo recupero che, dopo aver rimesso in sesto i luoghi, li lasciano di nuovo all’abbandono in quanto non sfruttati.

La storia del monastero inizia intorno alla fine del X secolo, con l’insediamento di una comunità benedettina fondata da san Domenico abate di Sora, con chiesa intitolata a san Bartolomeo. Il XIII secolo vede l’insediamento di una comunità certosina il 25 settembre 1204 che in principio prende possesso degli edifici benedettini, salvo dare inizio poco dopo all’edificazione del complesso – a una distanza di un quarto di miglio – della “Certosa”, intitolata oltre che alla Vergine e a san Giovanni Battista, anche a san Bartolomeo. L’antico monastero benedettino viene realisticamente smantellato e con parte del suo materiale viene costruita la correria, ossia un piccolo monastero destinato ai conversi. Esso era costituito da un dormitorio, un refettorio, la chiesa (dedicata a san Domenico abate) ed altri locali. Si suppone che questo complesso aveva “la funzione di ecclesia minor di una domus inferior certosina”, caso unico non solo per il Lazio, ma anche in Italia grazie al suo stato di conservazione.

Nel XVI-XVII secolo l’edificio potrebbe essere stato abbandonato dai certosini. Le correrie infatti vengono ufficialmente abolite nella disposizione capitolare del 1679, ma già nel 1623 si teneva una grande festa in onore del santo: ciò dovrebbe indicare che i Certosini, così attenti nel salvaguardare la loro solitudine, non si dovevano trovare più in questo luogo. Ciò parrebbe confermato dallo spostamento dell’altare, che venne addossato alla parete est, forse sovrastato da un crocifisso ligneo data la presenza di ganci metallici.

Nel 1832 un sasso danneggia la copertura del piano superiore della chiesa, a volta a botte acuta. Come ricorda l’iscrizione dipinta: “Il sasso che si vede al lato / destro dell’altare stacca/tosi con altri dal vicino / monte sfondo in questo / luogo il tetto e la vol/ta di questa chiesa e si / poso avanti l’altare / la notte del XXIV aprile / alle ore IV dell’anno / del Signore MDCCCXXIII”